La Forza-Vampiro
In questo libro non sono stato tenero con i Vampiri. Ma
c’è poco da scherzare con chi, spinto dalla fame di energia, rapina le
migliori forze vitali a persone che non gli hanno fatto niente di male,
tentando di spegnere ogni luce nei loro occhi. Del resto, questo libro è
rivolto a chiunque, Vampiro o non Vampiro, voglia capire come funziona il
sistema vampirico, in vista di una liberazione sia dall’eventuale
maledizione di essere un Vampiro, sia da quella di dibattersi nella
morsa di un Vampiro, rischiando di divenire Vampiro a propria volta.
Ma una cosa sulla quale occorre mettere maggiormente l’accento,
è che il Vampiro è in realtà una Forza, non una persona. Una Forza che
si è impossessata di una persona in seguito a sofferenze, delusioni,
lacerazioni subite da quest’ultima, e che la manovra, spingendola ad
ispirare tutte le azioni della sua vita alla filosofia vampirica. Questo
non toglie nulla né alle responsabilità della persona-Vampiro (che ha
lasciato entrare quella Forza, che ne sopporta la maligna presenza e che
ne sfrutta tutta la malizia) né alle strategie di difesa e di
contrattacco che è giusto adottare verso i Vampiri da parte dei
non-Vampiri. Anzi, la consapevolezza che si tratta di una Forza rende
ancor più legittima un’azione vòlta a liberare sia prede che predatori
dalla minaccia di un elemento alieno, inumano e programmato per
annichilire l'innocenza.
La Forza-Vampiro non può ‘farci pena’, la persona
sì. Ma se cederemo alle brame vampiriche non avremo affatto pietà per la
persona, ma per la Forza che la domina. Nutriremo questa e spingeremo
sempre più la persona verso il suo abisso. Si può dire – e la storia
lo dice - che gli uomini che cercano la libertà da una persecuzione si
sobbarcano sempre la responsabilità di rendere migliore non solo la
propria condizione, ma anche quella dei loro persecutori. Ma tralasciamo
questo approccio troppo astratto, virtuoso e ‘salvifico’ alla
questione vampirica: la scelta di farsi AntiVampiri per salvare i nemici
somiglierebbe troppo a una ‘missione’ per poter essere compiuta con
efficacia e libertà di pensiero e, in fin dei conti, rischierebbe di non
essere del tutto sincera. Quindi, meglio considerare la ‘redenzione’
dei Vampiri come il risultato assai probabile di un sistema di antitesi
antivampiriche, e non un obiettivo morale da raggiungere.
Acquisito, dunque, l’elemento della Forza-Vampiro al
piccolo patrimonio di strumenti utili alla nostra ricerca, concentriamoci
ancora una volta sulla difesa delle prede, che sono sicuramente molto più
innocenti dei loro predatori e che hanno una più urgente necessità di
essere salvate. Cerchiamo di farlo andando a individuare certi elementi
che le caratterizzano, che le differenziano dai loro avversari e che,
visti in una prospettiva diversa da quella della sottomissione ai Vampiri,
possono diventare materiali di costruzione di formidabili armi di difesa.
L'Elemento S
In un’altra parte di questo libro, ho affermato che i
sentimenti, nel mondo dei non-Vampiri, sono qualcosa di molto semplice,
mentre nel mondo dei Vampiri essi vengono trattati come cose strane,
complicate, inutili; e ho anche detto che il giorno in cui ci sveglieremo
senza sentimenti, saremo già Vampiri. In sostanza, credo che il vero
spartiacque tra il mondo dei Vampiri e quello degli uomini sia
rappresentato dai sentimenti e dal modo in cui essi vengono trattati. Per
comodità, in questo paragrafo, ho chiamato i sentimenti l’Elemento S,
e ho considerato questo elemento come un fattore, o un coefficiente,
attivo in alcune persone e inattivo in altre.
Di comparazioni se ne potrebbero fare tante, ma credo
che paragonare l’assenza dell’Elemento S al risultato di una
sorta di ‘vaccinazione’ e la sua presenza agli effetti di una ‘mancata
vaccinazione’ possa contribuire a chiarire il concetto. I promotori
della cultura vampirica e tutti quelli che la ritengono l’unica cultura
possibile, tendono a disprezzare e penalizzare i Non-Vaccinati e ad
apprezzare ed esaltare i Vaccinati; anzi, diciamo pure che presso la
cultura vampirica è in vigore la vaccinazione obbligatoria contro
l’Elemento S. La cultura non-vampirica, invece, ignara del
problema, non se lo pone affatto, con il risultato che l’Elemento S
viene combattuto con larghezza di mezzi da parte degli assertori della vaccinazione
obbligatoria senza che alcuna seria resistenza venga mai organizzata
da parte dei Non-Vaccinati.
Nella maggior parte dei casi, la vaccinazione contro l’Elemento
S avviene spontaneamente in quei soggetti che sono stati
opportunamente ‘trattati’ da ambienti che tendono a esaltare i valori
vampirici. Possono essere ambienti familiari o qualunque altro ambiente
sociale, anche se le influenze familiari lasciano quasi sempre segni
indelebili. Quando i soggetti sono ancora bambini, c’è poco da fare
contro l’Elemento S: i bambini, praticamente, vivono di
sentimenti, e allora ci si limita a tenerli a bada con la forza, con la
paura, con le minacce. Ma crescendo tutto si aggiusta: traumi, delusioni,
sofferenze e privazioni affettive basteranno da sé a strappare via ai ‘malati’
(specialmente se preventivamente ‘trattati’) il virus dei sentimenti
ed essi si ritroveranno Vaccinati senza neanche accorgersene; a quel punto
saranno pronti a entrare nella schiera di quelli impegnati a combattere l’Elemento
S per debellarlo. Per loro, l’Elemento S è nemico della
sopravvivenza, della riuscita, del successo. Soprattutto, del potere sugli
altri.
Debellato il virus, vengono debellate sottigliezze,
sfumature, scrupoli e noiose necessità di fondare la vita sul senso di
giustizia. Tuttavia, poiché le convenzioni di ogni universo sociale (dal
più elevato al più oscuro) pretendono che un individuo, per essere
accettato, presenti alla sua 'società civile' un minimo di valori di base
(anche falsi, non importa), il sentimento debellato viene automaticamente
sostituito da una serie di vuote contraffazioni: sentimentalismo,
auto-mitizzazione e retorica di sé, culto di qualche Grande Vaccinato,
verniciatura generale (ma quest'ultima è opzionale) di valori politici,
culturali o puramente pratici. E gli altri? I Non-Vaccinati? "Peggio
per loro, noi li avevamo avvertiti": questa la sentenza dei
Vaccinati.
Ma abbassiamo per un momento il volume del megafono
vampirico e vediamo se il destino di coloro i quali portano nel sangue l’Elemento
S è davvero segnato. Lo sarà senz’altro se essi, pur non essendo
Vaccinati, si adatteranno a sottomettersi ai Vaccinati: in quel
caso la ‘razza predatrice’ li userà come risorsa energetica fino all’esaurimento,
poi li scarterà. Peggio ancora sarà se si fingeranno Vaccinati: i
predatori riconoscono al fiuto gli altri predatori, e quando sentono l’odore
di un erbivoro che si finge carnivoro ci mettono un attimo a ridurlo a
brandelli. Ma il peggio del peggio avviene quando i Non-Vaccinati
pretendono di insegnare qualcosa ai Vaccinati, proponendo loro di
guidarli gratuitamente all’uso e alla gestione di cose umane, sociali,
culturali, professionali che hanno a che fare con l’Elemento S:
essi verranno vigliaccamente ingannati con atteggiamenti di falsa
accettazione, ma poi saranno traditi alle spalle, tacciati di falsità e
accusati di astuzie, plagi e raggiri.
L’unica speranza, per i Non-Vaccinati, è accettare
la realtà e adattarsi a stare in guardia, osservando attentamente gli
altri per riconoscere in loro la presenza o l’assenza dell’Elemento
S. Un lavoro doloroso, che fa sentire soli, esclusi, diversi, ma che
può evitare guai molto peggiori. Non si tratta di diffidenza o di
sfiducia: si tratta di sopravvivenza. Individuare la presenza o l’assenza
dell’Elemento S negli altri può significare salvare una
situazione o comprometterla definitivamente. Non è una forma di razzismo
verso i Vaccinati: il fatto è che mettere in mano a loro i nostri
sentimenti significa aizzare la loro fame, attivare la loro invidia,
rievocare in loro il calore di qualcosa che hanno perduto e di cui non
vogliono più accettare l’esistenza, se non in termini di risorsa
energetica da rapinare. Del resto, stare in guardia significa fare né
più né meno quello che fanno loro. I loro sensi sono perennemente all’erta.
Si può dire che a loro bastano poche battute di un Non-Vaccinato, il suo
comportamento, il suo modo di trasmettere il timore o la contentezza, per
inquadrarlo come portatore dell’Elemento S e basare su quella
scoperta il tipo di rapporto vampirico da instaurare.
Per un portatore di Elemento S, cominciare a
stare in guardia significa individuare ben presto, e con grande
attendibilità, la caratteristica primaria di chi ha di fronte: se è
vero, infatti, che non sempre si è pronti a riconoscere la presenza dell’Elemento
S in un nostro ‘simile’ e che spesso quella presenza può anche
far paura, è altrettanto vero che essa genera sempre un leggero senso
di familiarità, quasi di nostalgia, come se per un attimo ci si
ritrovasse in un luogo intimo ed accogliente che si era dimenticato.
Mentre l’assenza dell’Elemento S può anche non far paura
affatto (in fondo vi siamo molto più abituati), ma genera sempre un
leggero senso di estraneità, che può tradursi tanto in una strana
euforia quanto in una stagnante abulia.
Il senso di queste riflessioni non è concludere che un
portatore di Elemento S debba evitare ogni rapporto con i
Vaccinati, altrimenti non si uscirebbe più di casa neanche per fare la
spesa. Ma la cosa da evitare assolutamente è stringere con loro rapporti
in cui sia necessario un accordo sostanziale, una valutazione comune di
cose importanti, una condivisione di beni o di risorse, una progettualità
che coinvolga un’unità sostanziale di intenti. Soprattutto sarebbe bene
evitare di prendere decisioni insieme, perché nel prendere una
decisione, mille volte su mille, un Non-Vaccinato sarà portato a seguire
il proprio sentimento, a lasciarsi guidare dall’Elemento S che
gli scorre nel sangue, e allora saranno guai, perché per i Vaccinati il
sentimento non è altro che un cibo, e come tale viene trattato.
Quando si comincia ad accettare che le cose stanno
così, ci si rende conto che non si è poi così soli come potrebbe
sembrare. Anzi, si è in ottima, anche se non abbondante, compagnia.
Infatti, non c’è talento dietro il quale non si nasconda un sentimento.
Ogni intuizione umana proviene dall’Elemento S, anzi, si può
dire che il mondo continua ad andare avanti solo grazie ai portatori dell’Elemento
S, non certo grazie ai Vaccinati. Il guaio è che loro ci fanno
credere che l’Elemento S è in grado di produrre solo
fantasticherie, ideali romantici e poesie d’amore, e che con quella roba
lì non si campa. In questo modo, ribaltano il gioco fino a sostenere che
sono loro, i Vaccinati, a mandare veramente avanti il mondo, e che gli
altri, i Non-Vaccinati, sono solo pesi morti, sognatori, cacciatori di
farfalle. Ma ciò è falso. L’Elemento S non produce solo abbagli
e romanticherie, ma scorre nelle vene di chiunque crei qualcosa, a
qualunque livello: artistico, scientifico, tecnologico, politico,
professionale, familiare, umano: non c’è rete di pescatore né
carburatore d’auto né sonda spaziale che non abbia un debito verso l’Elemento
S. E non c’è persona che abbia calcato i sentieri di questa terra e
di cui sia rimasto un rimpianto, che non avesse una sua confidenza, magari
silenziosa, con quell’elemento.
Dei Vaccinati, invece, normalmente non resta traccia,
specialmente nei sentimenti della gente. Al massimo resta il mito, che
loro stessi si erano impegnati a fondare attingendo a quel sentimentalismo
che sempre accompagna la vita di un Vaccinato. L’Elemento S non
conosce surrogati. Credere che esso sia una disgrazia è la vera
disgrazia, perché anche loro, i Vaccinati, che tanto si impegnano a
farcelo credere, non ci credono affatto. A volte riescono ad attraversare
orgogliosamente tutta una vita convincendo il prossimo di non aver mai
sfiorato quell’elemento infetto, e invece sanno benissimo che le poche
cose buone che resteranno di loro erano scaturite dall’uso segreto di
quello stesso elemento che pubblicamente rinnegavano.
La Forza-AntiVampiro
La Forza-AntiVampiro è il premio che attende tutti
quei Non-Vaccinati che hanno fatto dell'Elemento S una parte
integrante della propria vita, non vergognandosi dei propri sentimenti e
riconoscendo anzi in essi una formidabile risorsa di stabilità e di
realizzazione. Sono esseri umani che vogliono semplicemente andare per la
propria strada e che intendono farlo liberamente, impiegando le energie
nella cura del proprio progetto di vita, dei propri affetti, dei propri
valori, senza dover destinare tangenti ai Vampiri dell'energia vitale e
senza lasciare che gli innocenti affidati a loro vengano rapinati dei beni
energetici ai quali hanno legittimamente diritto. Sono persone che non
lanciano sfide a nessuno ma che, se vengono sfidate da un predatore,
raccolgono la sfida, perché hanno rispetto della propria dignità e di
quella degli innocenti che su di loro fondano la propria speranza di vita.
La Forza-AntiVampiro, una volta abbracciata da questi
individui, è la Forza che li accompagna, li custodisce, li salvaguarda e
contemporaneamente li rende accompagnatori, custodi, guardiani
dell'innocenza. È una Forza che non si distrae mai dalla consapevolezza
che ogni momento della vita è unico, irripetibile e a modo suo 'sacro',
che è preposta ad accompagnare ogni situazione al suo miglior destino e
sa che non c’è nodo senza soluzione né male da cui non possa nascere
un bene. Ricorrere alla Forza-AntiVampiro significa comunicare con una
dimensione in cui sta scritto che "tutto andrà bene". E andrà
bene senza che vi sia alcuna necessità di umiliare la dignità altrui né
di lasciar calpestare liberamente la propria.
Ma, ben lungi dall’essere patrimonio degli illusi, la
Forza-AntiVampiro è una forza estremamente concreta e risolutiva. È
quella che sa essere dolce con gli innocenti e che sa ringhiare contro chi
li minaccia. È una Forza contro la quale la vigliaccheria dei Vampiri si
infrange, costringendoli a smettere il loro gioco, e spesso a invertirlo,
trasformando incredibilmente il più avido dei Vampiri in una creatura
libera. È la Forza che risolve senza bisogno di interferire, che sa
agganciarsi alla filovia del Mistero e lasciarsi trasportare fin dove deve
arrivare, anziché interferire ad ogni costo con tutto senza risolvere
nulla, come presuntuosamente siamo abituati a fare quasi tutti, finendo
per trascinare il nostro convoglio carico di innocenti verso destinazioni
ignote dettate dall’ansia, dall’impulsività, dalla frustrazione,
dalla cieca competitività.
È la Forza che, quando proprio deve intervenire, lo fa
una volta per tutte, e risolve la questione, perché sa che intervenire è
il contrario dell’interferire, perché l’intervenire è qualcosa che
giunge all’ultimo atto di un processo e dietro una richiesta espressa
(esplicitamente o implicitamente, ma sempre in modo inequivocabile) da una
voce o da una situazione, e RISOLVE; l’interferire, invece, giunge quasi
sempre non richiesto, o comunque troppo presto, o troppo tardi, o senza le
necessarie valutazioni, o come frutto di un eccesso di valutazione, e NON
RISOLVE mai.
La Forza-AntiVampiro è quella che dona ai detentori
dell'Elemento S la consapevolezza che un raggio di sole primaverile
e un’ombra minacciosa nascosta nel buio, la gioia di un successo e il
dolore di un insuccesso, un amore accettato e un amore respinto, un sei al
superenalotto e un aereo con un motore in avaria che comincia a perdere
quota sono tutti eventi che hanno una cosa in comune: vanno affrontati. E
noi, che siamo nati uomini, e non iguana o bufali, possiamo affrontarli
ricordandoci che dietro la loro apparenza si cela qualcosa di grosso, e di
buono.
La Forza-AntiVampiro è quella che non si preoccupa né di lanciare
sfide alla vita per provare il brivido del potere né di ideare euforici
intrattenimenti e allucinanti veglioni in attesa della morte, ma gestisce
il lungo frattempo che ci separa da essa mettendoci al servizio della
vita, facendoci scoprire quale ricchezza si può ricavare da questa
scelta, insegnandoci a godere pienamente di questo straordinario ‘passaggio’
sul tappeto volante della vita e aiutandoci a capire non solo che cosa noi
"vogliamo dalla vita", ma che cosa la vita vuole da noi. La
vita, infatti, al contrario di quanto crede il Vampiro, vuole sempre la
cosa migliore per noi, quella che ci porta a maturazione, a compimento,
alla piena realizzazione e al pieno godimento del nostro rapporto con
questo straordinario universo in cui, un giorno, fummo proiettati.