Mario Corte

MONDIALI! 
Una grande storia d'amore.
446  pp.    € 18,00

Reality Book

 

Mondiali! Una grande storia d’amore è un racconto per tutti, il lungo racconto della storia dei Mondiali di calcio, da leggere dalla prima all’ultima riga o da sfogliare qua e là, lasciandosi guidare dalle necessità del lavoro giornalistico, dalla curiosità del momento o dall’amore per il calcio e per la nazionale azzurra. Ci sono i gloriosi anni Trenta e il lungo “buio azzurro” degli anni Cinquanta e di parte degli anni Sessanta; c’è la grande rinascita messicana e il tramonto della nazionale di Valcareggi nel Mondiale più atletico, quello tedesco; c’è la grande era di Bearzot e i successivi tentativi di emulare le sue gesta da parte di ben cinque commissari tecnici; escluso Marcello Lippi, che ha subito centrato l’obiettivo.

 Ma accanto al racconto c’è anche una piccola enciclopedia del calcio mondiale, agile ed esauriente, che raccoglie dati, notizie, informazioni e curiosità sul più grande evento calcistico del mondo. La raccolta dei dati statistici, anzi, rappresenta una piccola miniera per gli addetti ai lavori e per tutti gli appassionati, assai utile per fare i necessari riferimenti mentre si assiste al Mondiale. Storia, intrattenimento e informazione, dunque.

La vicenda dei Mondiali di calcio somiglia, in qualche modo segreto, a certe vicende della vita, per questo appassiona tanto e non tramonta mai, come Via col vento. Ci racconta che vincere è, insieme, una questione di umiltà e di consapevolezza, di coraggio e di prudenza, di generosità nel non risparmiare le forze e di saggia amministrazione delle energie interiori. Il Mondiale, in qualche, modo, è uno stato d’animo; per questo cattura, e cattura in modo diverso dalle vicende del campionato, dalle liti faziose, dal veleno dei sospetti di imbrogli arbitrali e di favori occulti. Sui Mondiali il fantasma del ‘potere’, come ce lo rappresentiamo ogni giorno in casa nostra, non ha presa, e anche per questo ne veniamo catturati: chi vince, può anche aver vinto per un errore arbitrale, o con un po’ di fortuna, ma gli eventi che concorrono alla vittoria, stranamente, non stimolano sentimenti gretti, spirito di vendetta, frustrazioni cattive.

Le nazioni si incontrano, le emozioni scorrono, qualcuno vince. Ma il livello di pace, al di là della passione sportiva, supera il livello di guerra. C’è più civiltà che inciviltà. E questo è il motivo per il quale, quasi senza accorgercene, ci accostiamo ai Mondiali anche se non siamo ‘tifosi’. Ci attraggono perché i sentimenti che circolano lì ci ricordano qualcosa di indistinto, di eccitante, di fiabesco. Qualcosa che sta dentro. Come Via col vento.